Gigi Buffon non è uno abituato a nascondere le proprie sensazioni e in questi anni ha spesso invitato tutti a “volare basso”, anche quando critica e tifosi davano la Juventus tra le favorite per il successo in campionato. Con la stessa schiettezza, il portiere bianconero ora è ben più convinto delle potenzialità della squadra e i motivi del suo ottimismo sono più che fondati: «Le impressioni non possono che essere positive - spiega Gigi alla vigilia della prima amichevole della tournée, a Toronto contro lo Sporting Lisbona - Ci siamo rinforzati grazie ai nuovi acquisti e poi c’è da parte di tutti la disponibilità a sacrificarsi e pensare solo ed esclusivamente al bene della Juventus e questo è un ottimo punto di partenza».
Un’arma in più sarà la passione e l’entusiasmo che i tifosi non hanno lesinato neanche durante il ritiro di Bardonecchia: «Non sono stupito, perché al di là delle stagioni negative vissute, l’affetto e l’amore dei tifosi sia sempre stato incondizionato. I giocatori possono cambiare, possono esserci vittorie o sconfitte, ma quello che conta per loro sono i colori della maglia e la storia gloriosa della società. L’arrivo di Conte poi ha riscaldato ulteriormente l’ambiente, visto che è sempre stato un idolo».
Proprio Conte e ha pubblicamente chiesto a Buffon e Del Piero di essere delle guide per i compagni: «Credo che il mister si sia espresso in quei termini per responsabilizzarci e farci sentire importanti in un progetto nuovo e ambizioso. Le sue parole hanno fatto piacere a entrambi e credo che, all’atto pratico, l’esempio vada dato con il comportamento, mostrando il giusto spirito durante gli allenamenti e le partite. Il più grosso aiuto penso comunque che dovremo darglielo in campo».
Un primo input al gruppo Gigi lo dà invitando tutti a imparare dal recente passato: «L’anno di B è stato molto bello, perché, al di là della serie in cui giocavamo, è stato vittorioso. Nelle due stagioni successive in A poi abbiamo avuto un cammino importante. Le ultime vie invece sono da cancellare. Anzi, vanno tenute ben presenti in mente per non ripetere gli errori commessi».
Riguardo alla tournée in corso, inevitabile un riferimento al gran caldo di questi giorni a Philadelphia: «Ero già stato in America diverse volte d’estate anche per altre tournée e le condizioni erano più o meno queste. Da un punto di vista muscolare queste condizioni comunque aiutano, perché difficilmente si subiscono infortuni con un simile caldo. Chiaro che, affrontando le partite, non ci sarà l’intensità di gioco e la freschezza mentale per 90 minuti».
Anche Buffon, come il resto del gruppo, è stato impressionato dal Novacare Complex, il centro dei Philadelphia Eagles dove i bianconeri stanno lavorando quotidianamente: «E’ un classico centro americano, con tutto a disposizione e spazi amplissimi, cosa inevitabile, visto che è stato costruito per una squadra di football, che conta circa 70 giocatori. Devo dire che anche noi però, con Vinovo, non siamo messi così male.... La differenza più evidente tra l’Italia e qui, per quanto riguarda lo sport, sta nell’approccio delle persone che ti si avvicinano con il sorriso, per dialogare e instaurare un rapporto di amicizia. E’ un esempio da seguire, ma del resto la tradizione e la storia dei popoli non si possono cambiare così facilmente. Se ho mai pensato di giocare qui a fine carriera? No, però mi piacerebbe un giorno allenare la Nazionale statunitense - conclude Gigi tra il serio e il faceto - oppure quella cinese...».